13 gen 2014

#PopCorn Moment - West Side Story (Jerome Robbins, Robert Wise)



10 Premi Oscar, tra cui Miglior Film. Secondo nella classifica musical dell’American Film Institute, battuto solo da Cantando sotto la pioggia. Un successo planetario al cinema e a Broadway. Questi sono solo alcuni dei numeri e dei riconoscimenti che West Side Story ha ricevuto nel corso degli anni, da quando il film arrivò sul grande schermo per la prima volta nel 1961.
La rivisitazione in chiave moderna e metropolitana del Romeo e Giulietta di Shakespeare riscuote consensi ancora oggi, a 53 anni dalla data d’uscita, soprattutto per il mix perfetto di musica, balli e sceneggiatura.


Le ambientazioni, quasi interamente ricreate in studio, dipingono una New York cupa ma sempre al massimo del suo splendore, che diventa il palcoscenico dell’aspra diatriba tra i Jets e gli Sharks, mentre sullo sfondo troviamo una città più nascosta e delicata che fa da cornice alla storia d’amore tra Tony (Richard Beymer) e Maria (Natalie Wood).

Nel 1997 West Side Story viene considerato “culturalmente importante” e viene inserito nel National Film Registry per la conservazione della pellicola. L’importanza culturale del film deriva soprattutto dalla rappresentazione della sessualità esplicita, un po’ anomala per i musical dell’epoca, che culmina nel personaggio di Anita, interpretata da Rita Moreno, che quell’anno vinse anche l’Oscar come Migliore Attrice Non Protagonista.

Se il tema della sessualità e della sensualità risalta così tanto nel musical è grazie anche al tocco spregiudicato delle coreografie firmate dallo stesso Jerome Robbins, regista del film insieme a Robert Wise.

Il ballo la fa da padrone in West Side Story e diventa un vero e proprio mezzo per rappresentare le diverse scene che vedono le due gang scontrarsi. Una delle migliori resterà quella del famoso Mambo durante un ballo organizzato dagli Sharks, dove poi si incontreranno Tony e Maria per la prima volta.

Sono tante, comunque, le scene che hanno reso West Side Story il capolavoro che è tutt’oggi, grazie anche all’estrema bravura dei giovani protagonisti che hanno reso il tutto più fluido e omogeneo; alle eccezionali musiche di Leonard Bernstein e ai sublimi testi del maestro Stephen Sondheim.

Tanto di cappello a Robert Wise e Jerome Robbins che sono riusciti a portare sul grande schermo un prodotto unico e meraviglioso, d’epoca eppure ancora così contemporaneo, che gli è valso anche un meritatissimo Oscar alla Regia.


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